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Il Palazzo Ducale fu costruito dopo il 1470 in seguito alla venuta di Federico da Montefeltro ed è dichiaratamente l'espressione di un modello di vita che si ispira alla civiltà umanistica.
L.Laurana lavorò sotto Federico dal 1467 al 1472 cosicchè il monogramma FD (Federicus Dux), che può essere letto in vari punti del palazzo , è posteriore al 1474, quando Montefeltro fu nominato Duca , sembra suggerire che il palazzo fu costruito quando l'architetto dalmata era già alla corte di Napoli.
Si pùò pensare, tuttavia, che Francesco di Giorgio Martini, l'altro grande architetto che lavorò per Federico e la cui presenza a Gubbio in quel periodo era certa, mise in pratica e completò il progetto già impostato e abbozzato da Laurana.
Molto interessante è il cortile interno che ricorda, con dimensioni ridotte, i palazzi ed i cortili di Urbino; sicuramente quando l'edificio fu consegnato doveva essere splendido per gli ornamenti e gli accessori rinascimentali.
Lo "studiolo" del duca, oggi al Metropilitan Museum di New York, era di pannelli lignei riccamente intarsiati e copriva le pareti sino a m. 2,68; oggi si possono ancora osservare le bellissime tarsie del portone, il soffitto a cassettoni, il camino in pietra serena e le formelle in laterizio delle tettoie del palazzo. Il Palazzo oggi e di proprietà della Sovrintendenza dei beni culturali ed è adibito a museo e luogo di mostre
Realizzato tra il 1332 e il 1338 su progetto di Angelo da Orvieto (il cui nome compare nell’iscrizione sul portale del monumento). E’ uno tra i più bei palazzi d'Italia.
Quattro grandi contrafforti dividono in tre parti la facciata verso la piazza; al centro una scalea a ventaglio conduce al portale fiancheggiato da bifore a pieno centro. Al piano superiore si aprono sei finestre centinate, accoppiate a due a due e ornate da una cornice a dentelli. Alla sommità è presente un coronamento di archetti ogivali e di merli guelfi. Nel lato sin. si slancia l’agile torretta campanaria merlata. Il ‘Campanone’, suonato coi piedi dai campanari, risale al 1769 e pesa 20 quintali. Gli altri lati del palazzo ripetono le forme della facciata, tranne quello verso valle, sul quale è appoggiata un’ala molto stretta che termina in alto con un’ariosa loggia e ingloba, nella parte bassa, una rampa di comunicazione incompiuta. All’interno dell’imponente sala maggiore con volta a botte e nei vani al piano superiore (modificati successivamente) è ora sistemato il Museo Comunale
Palazzo dei Consoli. Realizzato tra il 1332 e il 1338 su progetto di Angelo da Orvieto (il cui nome compare nell’iscrizione sul portale del monumento). E’ uno tra i più bei palazzi d'Italia.Quattro grandi contrafforti dividono in tre parti la facciata verso la piazza; al centro una scalea a ventaglio conduce al portale fiancheggiato da bifore a pieno centro. Al piano superiore si aprono sei finestre centinate, accoppiate a due a due e ornate da una cornice a dentelli. Alla sommità è presente un coronamento di archetti ogivali e di merli guelfi. Nel lato sin. si slancia l’agile torretta campanaria merlata. Il ‘Campanone’, suonato coi piedi dai campanari, risale al 1769 e pesa 20 quintali. Gli altri lati del palazzo ripetono le forme della facciata, tranne quello verso valle, sul quale è appoggiata un’ala molto stretta che termina in alto con un’ariosa loggia e ingloba, nella parte bassa, una rampa di comunicazione incompiuta. All’interno dell’imponente sala maggiore con volta a botte e nei vani al piano superiore (modificati successivamente) è ora sistemato il Museo Comunale.
Duomo. L’attuale edificio, costruito al posto di una precedente chiesa romanica, risale ai secc. XIII e XIV. La facciata reca intorno all’oculo rilievi coi simboli degli Evangelisti e con L’Agnus Dei. L'interno, a un'unica navata, senza transetto e con archi trasversali che reggono gli spioventi, è frutto di un ripristino operato all'inizio del sec. XX. La chiesa è ricca di dipinti dovuti ad artisti eugubini del '500 (i Nucci, il Basili) ma anche di artisti forestieri (Sinibaldi Ibi, Giuliano Presutti, Dono Doni). Molto significativa è la cappella barocca che si apre nel mezzo della parete d.: contiene affreschi dell’Allegrini e una tela (la Nascita della Vergine) del Gherardi. A sin. dell’altar maggiore è il Seggio dei Magistrati , con finte tarsie di Benedetto Nucci. Nel coro si trova il Seggio episcopale, intagliato verso la metà del sec. XVI. Il sarcofago tardo-antico sotto l’altare maggiore contiene le reliquie dei SS. Giacomo e Mariano, titolari della chiesa. Sulle pareti del tempio rimangono tracce di affreschi dei secc. XIV e XV. Le pitture murali dell’abside, dell’arco trionfale e delle cappelle di sin., sono opera di Augusto Stoppoloni (1916-18).
Chiesa di S. Croce della Foce. Edificata nel sec. XIII al posto di una più antica cappella. Al sec. XV risale la prima menzione della Confraternita che in essa ha tuttora sede. L’edificio venne profondamente modificato nei secc. XVI-XVII. Tra le opere d’arte in esso presenti vanno ricordate: l’Adorazione della Croce, stendardo cinquecentesco di Pietro P. Baldinacci e Silvio (1° altare sin.); il S. Carlo di Alessandro Brunelli da Perugia (3° altare sin.); la Madonna col Bambino e Santi (1668) dell’Allegrini (2° altare d.).
L’ornamento ligneo dell’altar maggiore, contenente le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, fu eseguito tra ‘600 e ‘700 da Carlo Magistretti e da Domenico Valli. Interessanti gli stucchi dell’arco trionfale e il soffitto della navata, ambedue opere del sec. XVII. Da questa chiesa parte, il Venerdì Santo di ogni anno, la suggestiva processione del Cristo Morto.
Teatro Romano. Costruito alla fine del I sec. a.C. La cavea doveva essere in origine divisa in due ordini di gradinate, appoggiate sopra costruzioni radiali in blocchi quadrangolari di calcare. All’apice del settore superiore insisteva un portico formato da 27 arcate in opera quadrata. Un podio alto circa un metro divideva l’orchestra dal proscenio. La struttura quale oggi è visibile si deve ai restauri effettuati tra ‘800 e ‘900. Ospita una qualificata stagione estiva di spettacoli classici. Reperti archeologici di scavo, provenienti anche da altre zone della città, sono raccolti nel vicino Antiquarium, accanto a pannelli con immagini e didascalie analitiche.
La basilica di Sant'Ubaldo ha cinque navate e fu restaurata nel 1500 dai Canonici Regolari Lateranensi ai quali era affidata la custodia del santuario. Notevoli sono l'altare di marmo ed i finestroni istoriati con episodi della vita del santo patrono di Gubbio, il cui corpo incorrotto è esposto in una urna di cristallo sopra l'altare. I portali finemente scolpiti così come i frammenti di affreschi sulle pareti del chiostro mostrano ancora l'antica magnificenza delle decorazioni del XVI secolo. All'interno della basilica, dalla sera del 15 di maggio di ogni anno alla prima domenica di maggio dell'anno successivo, restano conservati, nella navata di destra, i "Ceri".